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lunedì 26 dicembre 2011

Paola

.. …………………….Un'altra botta sulle natiche.
"Cammina,avanti e indietro."
Lei cominciò a camminare,obbedendo agli ordini:
"Fermati"………."Gira a destra"…. “ chinati”….
"Siediti"……."Apri le gambe"……….
Ogni tanto senza alcun motivo,veniva colpita da uno schiaffo e provava dolore,umiliazione-ben più profonda e sorda del male-,e si sentiva trasportata in un mondo dove non esisteva altro. Si trattava di una sensazione quasi religiosa:annullarsi totalmente,servire,perdere la cognizione dell’ego,dei desideri, della propria volontà. Era completamente bagnata,eccitata,ma non capiva che cosa stesse accadendo.
 “Mettiti di nuovo in ginocchio!”
Lei continuava a tenere il capo chino,in segno di obbedienza e di umiltà e dunque non riusciva a vedere il resto della scena……... Ora non provava più vergogna, non la disturbava mostrare quanto tutto ciò le piacesse: cominciò a gemere e chiese di essere toccata sul sesso; invece,la afferri e la portai sul letto. Con violenza -una violenza che non le avrebbe fatto alcun male-,le divaricai le gambe e gliele legai ai due lati del letto. I polsi ammanettati dietro la schiena,le gambe aperte,il bavaglio sulla bocca…Lei mugolava “ prendimi… quando mi fai  tua…., non Ti accorgi che sono pronta.. voglio servirTi…., sono la Tua schiava,il Tuo animale,il Tuo oggetto; faccio qualsiasi cosa Mi ordini “
“Ti piacerebbe se ti spaccassi tutta?”
Mi vide mentre avvicinavo la punta della frusta al sesso. La faccio scorrere avanti e indietro e ,nel momento in cui le toccai il clitoride,lei perse il controllo. Lei non ricordava da quanto tempo fossimo li,o quante volte fosse stata colpita, era senza tempo, all’improvviso sopraggiunse l’orgasmo. Esplose una luce. Lei sentì che stava entrando in una sorta di buco nero all’interno della propria anima,dove il dolore intenso e la paura si fondevano con il piacere assoluto. Qualcosa la spingeva oltre tutti i limiti prima conosciuti, lei gemette,urlò con la voce soffocata dal bavaglio,si agitò sul letto,sentendo che le manette le tagliavano i polsi e le cinghie di cuoio le indolenzivano le caviglie,si dibatté furiosamente perché non poteva muoversi, gridò come non aveva mai fatto anche se aveva la bocca parzialmente coperta e nessuno avrebbe potuto udirla. Era il dolore/piacere,la punta della frusta sul clitoride, e l’orgasmo che le fuoriusciva dalla bocca,dal sesso,dai pori,dagli occhi,da ogni punto della pelle. Entrò in una specie di trance e poi,pian piano,cominciò a scendere,sempre più in basso. Ormai non aveva più la frusta tra le gambe;adesso c’erano solo i suoi capelli madidi di sudore e le Mie mani affettuose che le toglievano le manette e le liberavano i piedi dalle cinghie di cuoio. Rimase li, sdraiata,confusa,incapace di guardarMi perché provava vergogna di se stessa,delle proprie urla,del proprio orgasmo. Mi sdraiai accanto. Le accarezzai i capelli, lei ansimava -ma il piacere era stato solo il suo: Io non avevo avuto alcun orgasmo. Il suo corpo nudo si strinse al Mio completamente vestito, esausta dopo quell’infinità di ordini,quelle ripetute grida,quell’assiduo controllo della situazione. Ora lei non sapeva che dire,come continuare,ma si sentiva sicura,protetta,perché Io l’avevo invitata a spingersi fino a quella parte di sé che non conosceva bene:ero il suo protettore/maestro.  Lei Mi riguardò timida e incerta, sgorgarono qualche lacrime, pazientemente,attesi che si riprendesse.
“Che cosa mi hai fatto?”
Disse, ancora fra le lacrime.
“Ciò che volevi che facessi”
Lei  Mi guardò e capì di avere disperatamente bisogno di questa figura.
“Io non ti ho forzata,né ti ho obbligata,né ti ho sentita dire ‘rosso’ (parola convenzionale per interrompere tutto). Il mio unico potere era quello che mi davi tu. Non esisteva alcun tipo di obbligo,di ricatto:c’era soltanto la tua volontà. Anche se tu fossi stata una schiava , Io il tuo signore,il mio unico potere era quello di spingerti verso la tua libertà”
“ Le manette. le cinghie di cuoio ai piedi.Il bavaglio. L’umiliazione,più forte e più intensa del dolore, nonostante tutto ciò – hai ragione Tu “ disse – “ avverto una sensazione di libertà totale. Mi sento carica di energia e vigore “
 “Hai raggiunto l’orgasmo?” sussurrò..    “No”  risposi…


 

 “Il signore è li per forzare lo schiavo.Il piacere dello schiavo è la gioia del suo signore.

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